venerdì 13 agosto 2010

Difendere i lavoratori

C’è chi vuole far credere che essere contro il Cdr significhi essere contro gli operai che lavorano nei cementifici. E’ invece esattamente l’opposto! Contrastare il progetto dell’Italcementi significa mettersi nell’ottica di costruire un nuovo futuro , non più vincolati dall’obbligo di accettare la presenza, per chissà quante altre generazioni, dei cementifici. Il problema allora è quello di andare fino in fondo,fino ad ipotizzare i tempi per la loro chiusura, aprendo una gara di idee per arrivare ad una trasformazione del territorio che, salvaguardando reddito e lavoro, ponga le basi di una nuova epoca storica di sviluppo eco-compatibile. E’ il momento di scelte coraggiose, ma anche di buon senso, perché gli argomenti che ci devono portare ad opporci al progetto “revamping” non sono solo di natura strategica, di concezioni diametralmente opposte di sviluppo, che, di per sé dovrebbero essere sufficienti, ma attengono anche al fatto che, da persone semplici, non ci possono convincere alcuni argomenti dell’Italcementi. Sappiamo da sempre, che a ricatto segue ricatto e sempre in nome della difesa dei posti di lavoro. Come è stato detto da più parti, se verrà posta la necessità di bruciare CDR perchè diversamente l’impianto non sarà in grado di sopportare l’aumento dei costi, si sarà sottoposti ad un ennesimo ricatto occupazionale e avanti di questo passo.

Inoltre, non si dice che Italcementi, come combustibile utilizza Pet-coke, conosciuto anche come "feccia del petrolio". Perché non dire che data la sua composizione, l’Osha, ente statunitense per la sicurezza sul lavoro, ha fissato un limite di esposizione che non va mai superato in quanto è alta la probabilità che causi danni permanenti o la morte? Perché non sottolineare che l’uso del Pet-coke come combustibile ad esempio nella raffineria di Gela, ha suscitato interrogativi sulla possibile correlazione con le malformazioni e i numerosissimi tumori nella popolazione locale? Difendere i lavoratori, non sempre coincide con la difesa di "quel" posto di lavoro, ma passa anche attraverso la ricerca di alternative occupazionali più salubri per la popolazione e per gli stessi addetti, che non dimentichiamolo, in questi anni hanno pagato un prezzo altissimo in termini di salute.

Purtroppo, questo coraggio manca da sempre

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