giovedì 29 luglio 2010

Vibrazioni dai forni «Tremano le case vicino al cementificio»


il Centro — 30 giugno 2010 pagina 13 sezione: PESCARA

SCAFA. Vibrazioni dai forni del cementificio, trema una parte di Scafa con cinquanta case. Si tratta della zona della Civitella, l’area confinante con il cementificio dell’Italcementi. Dopo le denunce dei residenti, è il gruppo di minoranza di Rialzati Abruzzo a riportare il problema sotto i riflettori. «Un caso», accusa l’opposizione, «tenuto congelato e senza risposta per i cittadini». Il fenomeno risale al 1986 quando era sindaco Giampiero D’Ercole che firmò un’ordinanza di chiusura dello stabilimento Italcementi, perché fu rilevato che le vibrazioni dipendevano dal funzionamento dell’altoforno. Dopo l’ordinanza, seguì l’ammodernamento dell’impianto e il fenomeno si attenuò. Ma negli anni successivi, il problema si è ripresentato: dalle lamentele dei cittadini si è passata a una denuncia nel maggio del 2008. All’esposto, seguì un sopralluogo dei vigili del fuoco: con uno strumentazione adeguata, spegnendo progressivamente il complesso dei forni, fu accertato che il fenomeno delle vibrazioni scompariva. «Nell’ottobre nel 2008 il responsabile dell’ufficio tecnico comunale di Scafa», spiegano i consiglieri di Rialzati Abruzzo D’Ercole e Doriana D’Alimonte , «chiese alla Protezione grandi rischi dell’Aquila di intervenire con strumentazioni idonee per il controllo del fenomeno ma non ci fu nessun riscontro». Altro ricorso, dopo tanta preoccupazione tra i cittadini, fu presentato da un residente nel maggio del 2009: la segnalazione fu inviata a sindaco, vigili del fuoco, Asl, Protezione civile, Arta e genio civile. Il prefetto, dopo la denuncia, sollecitò l’interessamento del Comune. «Ma fino a oggi», ribadiscono i due consiglieri, «non c’è stato nessun riscontro». Un’altra denuncia fu presentata, nell’ottobre 2009, a sindaco, ministero della Salute, ministero dell’Ambiente, Legambiente e consiglio comunale di Scafa. «Ma la denuncia», assicurano D’Alimonte e D’Ercole, «non è stata mai consegnata ai consiglieri. Il prefetto tornò a sollecitare il Comune per un intervento ma nessuna comunicazione è agli atti. Insomma, si tratta di mistero profondo mentre i cittadini di Scafa soffrono. Qui», concludono, «siamo già immersi nei rumori, nella polvere e nelle vibrazioni. Chiediamo che qualcuno intervenga e ci faccia capire la verità». Walter Teti ©

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